venerdì 2 aprile 2010

Tutti i politici che ci portano la solidarietà sono i benvenuti! Quelli che fanno parte di forze che hanno responsabilità salvino i Lavoratori

Una notte in fabbrica Dagli operai ci va la Lega
Salvini alla Maflow in occupazione, tra grappe e consensi
di Alessandro Braga

MILANOFalce e Carroccio. O, se preferite, «proletari di tutta la Padania unitevi». Borghese e popolare, di lotta e di governo, La Lega vota a Roma tutte le leggi che ammazzano il mondo del lavoro, poi gira per le fabbriche in crisi del nord. E così capita di passare una notte in mezzo ai lavoratori in occupazione in compagnia di Matteo Salvini. Capogruppo del Carroccio al comune di Milano, eurodeputato. (Poco) probabile candidato sindaco per il centrodestra nelle elezioni comunali del prossimo anno. Acerrimo nemico di immigrati e rom. Grande amico dei lavoratori (padani).Quando mercoledì sera arriva a Trezzano sul Naviglio, periferia sud-ovest di Milano, al presidio dei lavoratori della Maflow occupata, sono da poco passate le 23.30. Salvini sembra di casa. Strette di mano, pacche sulle spalle. Da quando, ormai tre mesi fa, gli operai hanno deciso di occupare la fabbrica, è già venuto altre volte. Un sindacalista della ditta, apertamente di sinistra, ammette a denti stretti: «Quando l'11 gennaio siamo saliti sul tetto, è stato uno dei primi a presentarsi». E allora i lavoratori hanno pensato bene di invitarlo a passare una notte con loro al presidio, per mostrargli le difficoltà che stanno vivendo, e chiedergli di trovare una soluzione. Ad aspettarlo c'è anche lo stato maggiore della Lega trezzanese, con il candidato sindaco (che non è riuscito ad arrivare al ballottaggio) in testa. Parla con i lavoratori, li conosce. Spiega loro le difficoltà del mondo del lavoro in questo periodo. Dà la colpa ai cinesi. Dal tetto della fabbrica penzola un manichino in tuta da metalmeccanico. Impiccato, al collo ha un cartello: «Volevo solo lavorare». Le bandiere di Cub, Fiom e Uilm sventolano ai cancelli. Alla Maflow i lavoratori sono quasi tutti iscritti a un sindacato. «Ma si sono mossi troppo tardi», dice qualcuno.La Maflow è una ditta che lavora nell'indotto dell'automobile. Ai tempi d'oro occupava circa 800 persone. Poi 600. Adesso sono 330. Giovani: la maggior parte è tra i 30 e i 40 anni. Quelli vicini alla pensione sono una ventina. Il 60% circa sono donne. Da luglio dello scorso anno, quando hanno scoperto (quasi per caso) di essere in liquidazione, sono in cassa integrazione straordinaria. Fino a ottobre, lavoravano su tre turni. Poi la Bmw, che dava le commesse maggiori, ha deciso di spostare il lavoro in Germania. E adesso lavorano 50 alla volta. La scorsa settimana sono andati a protestare fino a Monaco, sotto la sede del colosso automobilistico tedesco. Tra poco scade il primo anno di cassa integrazione straordinaria. Acquirenti ci sarebbero, dicono. Il problema è che prima di comprare vogliono vedere le commesse. Quelli che dovrebbero dare le commesse, prima di ordinare, vogliono un acquirente serio. Non se ne esce.Nella sala adibita a soggiorno, dove a turni di 10-15 gli operai si alternano per presidiare la fabbrica («La paura è che vengano a portare via i macchinari», raccontano) la discussione è accesa: «Certo ci manca che adesso arriva un compratore cinese, ci chiede di insegnare il lavoro a quelli e poi, una volta imparato, smantellano tutto perché da loro la manodopera costa meno. Ci è già successo qualche anno fa con i polacchi», dice uno. «Non stiamo a farci la guerra tra poveri - lo rimbrotta un altro - la lotta deve essere fatta insieme tra tutti quelli che stanno male, da nord a sud». «No, noi adesso dobbiamo pensare solo a noi», chiosa un terzo. Salvini ascolta, annuisce. «Nella migliore delle ipotesi si salvano 150 posti», ipotizza un lavoratore. «Non glielo permetteremo», promette il leghista. Che però una soluzione non ce l'ha: «Come se ne esce?», domanda. «Con un miracolo, e lo deve fare Scajola. Chiamalo tu e digli cosa deve fare». Nella sala accanto si dorme: ci sono brandine, materassini gonfiabili, lettini. Nel cortile c'è un fuoco acceso al centro delle tende piantate. Si mangia pane e salame, si beve un po' di vino. Magari una grappa per scaldarsi. E per non pensare troppo alla situazione lavorativa, si parla anche d'altro. Si ride e si scherza. Arrivano colleghi che se ne erano stati a casa a guardare l'Inter. Si accende la discussione tra rivali. Alle due e trenta, nel silenzio totale, suona una sirena. «È quella che segnala la pausa del turno di notte», spiegano. Quella funziona ancora. Salvini saluta e se ne va. Promette di tornare, di fare. Chiamerà a destra e a manca. I lavoratori lo ringraziano, lo salutano calorosamente. Qualcuno magari si ricorderà di lui nel segreto dell'urna. È la Lega operaia che avanza.Post scriptum: doveva esserci un altro leghista mercoledì sera. Fabrizio Cecchetti, neoeletto consigliere regionale. Ha finito tardi il consiglio comunale a Rho, dove è consigliere, e ha chiamato Salvini per porgere le sue scuse ai lavoratori. «Ha fatto tardi perché ha lottato contro la costruzione di un mega centro commerciale di 55mila metri quadri in un'area industriale, quella dell'ex Alfa di Arese», spiega Salvini. Ah, questi compagni padani!

5 commenti:

  1. mi domando: ma la Lega, che riceve voti sia dagli imprenditori grandi e piccoli, sia,ormai, da tanti impiegati ed operai, di chi farà gli interessi nei vari consigli comunali, regionali e in parlamento?
    La mia risposta è: occorre guardare con chi fa alleanze
    Riccardo (mancato lavoratore Maflow)

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  2. link alla galleria di foto sul viaggio a Monaco

    http://www.photoshelter.com/c/dinofracchia/gallery/il-viaggio-della-Maflow/G0000rPiaDNHiLLA

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. i leghisti in camicia verde non dovrebbero essere invitati o fatti passare, sono razzisti schifosi, e il loro aiuto è peloso

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  5. buona lettura: http://milano.xcitta.it/20100408/bmw/maflow/prodi_bis/vogliamocontinuarealavorareallamaflow#/uploads/imagecache/percitta_news_large/pictures/flow2.JPG

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