mercoledì 28 aprile 2010


ANTONIO GRAMSCI 22 Gennaio 1891 - 27 Aprile 1937 “Odio gli indifferenti. Credo che vivere vogli...a dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucol no pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

27 aprile 1937, una data da ricordare

lunedì 26 aprile 2010

COMUNICATO SINDACALE


Le Lavoratrici e i Lavoratori della Maflow e Man servizi non accettano l’atteggiamento da parte della direzione che il 26 del mese, tre giorni prima del pagamento dello stipendio, ha informato la rappresentanza sindacale l’impossibilità di anticipare la CIGS come ha sempre fatto.

Seppur la direzione ha offerto una soluzione per affrontare questa fase di transizione, Le Lavoratrici e i Lavoratori hanno ritenuto opportuno mostrare il proprio dissenso con un presidio davanti i cancelli.
Trezzano sul Naviglio 27 aprile 2010

giovedì 22 aprile 2010

martedì 20 aprile 2010

Informiamo le Lavoratrici e i Lavoratori della Maflow che a causa nube vulcanica gli aerei sono bloccati quindi gli esponenti BMW non potranno partecipare all'incontro previsto al Ministero per giovedì 22 aprile 2010 per tanto la manifestazione verrà rinviata a data da definire.
Domani 21 aprile 2010 assemblea straordinaria alle ore 14.00 per dare maggiori informazioni

giovedì 15 aprile 2010

Iniziative

Giovedì 22 ci sarà a Roma al ministero dello sviluppo economico, un incontro tra una rappresentanza dei Lavoratori e la direzione della BMW, alla presenza del sottosegretario Saglia,
Andremo tutti in manifestazione, si prega di confermare la presenza entro lunedì alle h.12.00.

lunedì 12 aprile 2010

solidarietà

MANIFESTAZIONE CITTADINA
DI LAVORATRICI E LAVORATORI DI METALLI PREZIOSI E LARES

I 250 lavoratori delle due aziende sono in lotta da 15 mesi perchè non vogliono un futuro senza lavoro, che significherebbe la perdita della dignità, l'impoverimento delle loro famiglie e delle loro città.

I lavoratori INSISTONO nel chiedere alle istituzioni Comunali, Provinciali, Regionali e al Prefetto di affrontare in TEMPI RAPIDI il problema della destinazione industriale del sito e di verificare fino in fondo la proposta dell'imprenditore che ha manifestato interesse per il rilancio dell'impresa e di intervenire e mettere sotto controllo e in sicurezza le Aziende che da mesi stanno subendo furti.

Per queste ragioni hanno organizzato per:

MARTEDI' 13 APRILE

una manifestazione PUBBLICA che partirà alle ore 9.30 dal Presidio Metalli Preziosi (via Roma 179 Paderno Dugnano) e si concluderà davanti al Comune di Paderno Dugnano.

Invitiamo a partecipare tutti i cittadini di Paderno Dugnano e comuni limitrofi e le RSU del territorio

RESISTERE per difendere il tessuto produttivo e occupazionale OGGI, significa riservare un futuro migliore ai nostri figli domani!

venerdì 2 aprile 2010

Tutti i politici che ci portano la solidarietà sono i benvenuti! Quelli che fanno parte di forze che hanno responsabilità salvino i Lavoratori

Una notte in fabbrica Dagli operai ci va la Lega
Salvini alla Maflow in occupazione, tra grappe e consensi
di Alessandro Braga

MILANOFalce e Carroccio. O, se preferite, «proletari di tutta la Padania unitevi». Borghese e popolare, di lotta e di governo, La Lega vota a Roma tutte le leggi che ammazzano il mondo del lavoro, poi gira per le fabbriche in crisi del nord. E così capita di passare una notte in mezzo ai lavoratori in occupazione in compagnia di Matteo Salvini. Capogruppo del Carroccio al comune di Milano, eurodeputato. (Poco) probabile candidato sindaco per il centrodestra nelle elezioni comunali del prossimo anno. Acerrimo nemico di immigrati e rom. Grande amico dei lavoratori (padani).Quando mercoledì sera arriva a Trezzano sul Naviglio, periferia sud-ovest di Milano, al presidio dei lavoratori della Maflow occupata, sono da poco passate le 23.30. Salvini sembra di casa. Strette di mano, pacche sulle spalle. Da quando, ormai tre mesi fa, gli operai hanno deciso di occupare la fabbrica, è già venuto altre volte. Un sindacalista della ditta, apertamente di sinistra, ammette a denti stretti: «Quando l'11 gennaio siamo saliti sul tetto, è stato uno dei primi a presentarsi». E allora i lavoratori hanno pensato bene di invitarlo a passare una notte con loro al presidio, per mostrargli le difficoltà che stanno vivendo, e chiedergli di trovare una soluzione. Ad aspettarlo c'è anche lo stato maggiore della Lega trezzanese, con il candidato sindaco (che non è riuscito ad arrivare al ballottaggio) in testa. Parla con i lavoratori, li conosce. Spiega loro le difficoltà del mondo del lavoro in questo periodo. Dà la colpa ai cinesi. Dal tetto della fabbrica penzola un manichino in tuta da metalmeccanico. Impiccato, al collo ha un cartello: «Volevo solo lavorare». Le bandiere di Cub, Fiom e Uilm sventolano ai cancelli. Alla Maflow i lavoratori sono quasi tutti iscritti a un sindacato. «Ma si sono mossi troppo tardi», dice qualcuno.La Maflow è una ditta che lavora nell'indotto dell'automobile. Ai tempi d'oro occupava circa 800 persone. Poi 600. Adesso sono 330. Giovani: la maggior parte è tra i 30 e i 40 anni. Quelli vicini alla pensione sono una ventina. Il 60% circa sono donne. Da luglio dello scorso anno, quando hanno scoperto (quasi per caso) di essere in liquidazione, sono in cassa integrazione straordinaria. Fino a ottobre, lavoravano su tre turni. Poi la Bmw, che dava le commesse maggiori, ha deciso di spostare il lavoro in Germania. E adesso lavorano 50 alla volta. La scorsa settimana sono andati a protestare fino a Monaco, sotto la sede del colosso automobilistico tedesco. Tra poco scade il primo anno di cassa integrazione straordinaria. Acquirenti ci sarebbero, dicono. Il problema è che prima di comprare vogliono vedere le commesse. Quelli che dovrebbero dare le commesse, prima di ordinare, vogliono un acquirente serio. Non se ne esce.Nella sala adibita a soggiorno, dove a turni di 10-15 gli operai si alternano per presidiare la fabbrica («La paura è che vengano a portare via i macchinari», raccontano) la discussione è accesa: «Certo ci manca che adesso arriva un compratore cinese, ci chiede di insegnare il lavoro a quelli e poi, una volta imparato, smantellano tutto perché da loro la manodopera costa meno. Ci è già successo qualche anno fa con i polacchi», dice uno. «Non stiamo a farci la guerra tra poveri - lo rimbrotta un altro - la lotta deve essere fatta insieme tra tutti quelli che stanno male, da nord a sud». «No, noi adesso dobbiamo pensare solo a noi», chiosa un terzo. Salvini ascolta, annuisce. «Nella migliore delle ipotesi si salvano 150 posti», ipotizza un lavoratore. «Non glielo permetteremo», promette il leghista. Che però una soluzione non ce l'ha: «Come se ne esce?», domanda. «Con un miracolo, e lo deve fare Scajola. Chiamalo tu e digli cosa deve fare». Nella sala accanto si dorme: ci sono brandine, materassini gonfiabili, lettini. Nel cortile c'è un fuoco acceso al centro delle tende piantate. Si mangia pane e salame, si beve un po' di vino. Magari una grappa per scaldarsi. E per non pensare troppo alla situazione lavorativa, si parla anche d'altro. Si ride e si scherza. Arrivano colleghi che se ne erano stati a casa a guardare l'Inter. Si accende la discussione tra rivali. Alle due e trenta, nel silenzio totale, suona una sirena. «È quella che segnala la pausa del turno di notte», spiegano. Quella funziona ancora. Salvini saluta e se ne va. Promette di tornare, di fare. Chiamerà a destra e a manca. I lavoratori lo ringraziano, lo salutano calorosamente. Qualcuno magari si ricorderà di lui nel segreto dell'urna. È la Lega operaia che avanza.Post scriptum: doveva esserci un altro leghista mercoledì sera. Fabrizio Cecchetti, neoeletto consigliere regionale. Ha finito tardi il consiglio comunale a Rho, dove è consigliere, e ha chiamato Salvini per porgere le sue scuse ai lavoratori. «Ha fatto tardi perché ha lottato contro la costruzione di un mega centro commerciale di 55mila metri quadri in un'area industriale, quella dell'ex Alfa di Arese», spiega Salvini. Ah, questi compagni padani!
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