In questi giorni di agosto si sta tenendo a Roma presso il ministero delle attività produttive la trattativa per espletare la procedura ex art. 47 della legge 428 del 1990, per la vendita dei complessi aziendali e di alcune compartecipate della Maflow.
La trattativa è molto difficile per i Lavoratori della Maflow di Trezzano sul Naviglio, trovandosi di fronte ad una situazione di assenza di attività produttive.
L’imprenditore acquirente, è stato obbligato a fare un offerta per lo stabilimento Trezzanese perché obbligato dal bando di gara, imposto con la lotta delle Lavoratrici e dei Lavoratori in questi mesi.
L’offerta di lavoro fatta da questo imprenditore Polacco, Boriszew, si limita a 58 dipendenti Maflow, e 21 Man servizi (società collegata alla Maflow) per Trezzano sul Naviglio, giustificando questa scelta appunto con la mancanza di ordini produttivi, e per dare lavoro ai 79 dipendenti è costretta a portare del lavoro dalla Polonia, dove notoriamente il Lavoro costa meno.
Al ministero il sottosegretario Saglia con la Regione Lombardia, ( le istituzioni) si sono impegnati per tentare di far riallacciare i rapporti con il vecchio principale cliente BMW, in modo da incrementare il fatturato con nuove commesse utili per l’assunzione di nuovi Lavoratori.
La mancanza di accordo sindacale è motivo sospensivo dell’operazione finanziaria!
La Maflow è presente con uno stabilimento ad Asoli Piceno in cui tutte le Maestranze vengono reimpiegate, addirittura esiste la possibilità di integrare 15 posizioni lavorative, questi ultimi spingono per la firma dell’accordo sindacale.
Con questa premessa, i Lavoratori è il sindacato sono chiamati a discutere sulla possibilità di:
· sottoscrivere l’accordo sindacale, garantendo il lavoro almeno per i prossimi 2 anni ai compagni di Ascoli, e soprattutto garantendo l’affare al Boriszew ed ai commissari.
Per le Lavoratrici e i Lavoratori Trezzanesi si prospetta per la maggior parte un anno più uno di cassa integrazione, e successiva mobilità, mentre per 79 più una trentina di lavoratori che verrebbero collocati in un secondo momento, quindi per 109 lavoratori, si prospetta un futuro incerto, legato alla possibilità che la Fiat assegni le nuove commesse Panda, evento possibile se la Panda si farà a Pomigliano!! E soprattutto al ritorno del cliente BMW nel breve periodo.
Se questa condizione non si verificasse esiste il ragionevole dubbio che tra due anni non esisterà nessuna Maflow nel Trezzanese.
Se questa condizione si dovesse verificare, allora potremmo immaginare anche gli altri Lavoratori in attività nel prossimo futuro.
Questa possibilità (l’unica certezza) si verificherà soltanto se: i 109 Lavoratori assieme ai restanti cass’integrati facciano una lotta per spingere il le istituzioni a mantenere quanto affermato nei vari incontri, in pratica costruire le condizioni perché i clienti ridiano fiducia alla Maflow trezzanese, e soprattutto che il nuovo imprenditore Polacco faccia la scelta di incrementare il fatturato in Italia, (naturalmente questo avviene se c’è determinazione da parte delle Lavoratrici e dei Lavoratori.
· Non firmare l’accordo significherebbe, a mio avviso ritardare l’affare per un periodo tale, fin tanto che i commissari con il Polacco attuino il piano “B” che naturalmente noi non conosciamo.
La discussione in Maflow è accesa esiste il partito della firma, il quale ha paura che il sindacato non voglia firmare l’accordo, quindi rinvia la partenza per le ferie.
Noi pensiamo che l'accordo non debba essere firmato se non prevede l'unica garanzia per le lavoratrici e i lavoratori di continuare il percorso iniziato assieme alle istituzioni e i clienti che porti ad una attività industriale per un minimo di duecento lavoratori, soltanto con queste condizioni si può immaginare che la Maflow Trezzanese possa vivere.
Quindi oggi stiamo trattando affinchè chi:
1. dovesse passare nella nuova società debba essere consapevole della responsabilità e del percorso conflittuale che dovrà affrontare, per tutelare se stesso e i colleghi rimasti fuori
2. Integrazioni salariali di cassa integrazione per chi resta fuori, per affrontare in modo meno stressante il percorso futuro di lotta che dovrà portare nuove commesse a Trezzano, magari ridistribuendo il Lavoro con i compagni polacchi, con l’obiettivo di lavorare meno lavorare tutti in Europa.
Trezzano sul naviglio 06 agosto 2010
Nessun commento:
Posta un commento