sabato 26 febbraio 2011

Maflow

MAFLOW: I CARABINIERI TENTANO DI SFONDARE IL PICCHETTO PER FAR ENTRARE DIRIGENTI E CRUMIRI: RESPINTI !!

pubblicata da Gigi Malabarba il giorno venerdì 25 febbraio 2011 alle ore 13.09


E' successo stamattina durante lo sciopero di 8 ore proclamato dalla RSU

La ripresa della mobilitazione alla Maflow ha 'infastidito' non poco la direzione aziendale, quella del padrone polacco, che ha fatto sapere di non tollerare le iniziative di denuncia della BMW (presidio del consolato tedesco e delle filiali di vendita), per cui ha cercato di ostacolare la partecipazione degli interni (sono 79 gli assunti su 300) alle manifestazioni, non accogliendo la proposta di tornare a lavorare tutti come prima sul primo turno almeno per un giorno la settimana, per facilitare appunto la partecipazione congiunta di cassintegrati e dipendenti in forza alle manifestazioni.

La Rsu ha deciso insieme al Comitato dei cassintegrati 8 ore di sciopero con blocco dei cancelli. Alle 7 erano presenti molti lavoratori Maflow, aiutati da compagni del Coordinamento Uniti contro la crisi, di Sinistra Critica e operai della Novaceta. La presenza di alcuni crumiri, aizzati dai dirigenti aziendali, ha ottenuto una carica dei carabinieri verso le 10.30, che è stata efficacemente contrastata dai lavoratori e dalle lavoratrici. Una trattativa si è aperta al momento dell'avvio di una seconda carica, data la determinazione dei lavoratori a non desistere ('Venite a manganellarci, siamo qui, non ce ne andremo' si gridava dai cancelli): nessun operaio quindi ha varcato i cancelli e quando i lavoratori si sono diretti a presidiare la BMW in centro a Milano, al più solo qualche dirigente e impiegato addetto ai bonifici per i dipendenti avrebbe potuto accedere agli uffici: un successo, quindi, pur in condizioni di estrema debolezza.

E' evidente che esiste una contraddizione con i lavoratori oggi in forza, scelti dal nuovo padrone quasi esclusivamente tra i crumiri storici e tra chi non ha partecipato alla lotta dello scorso anno, e per scuoterli dalla 'passività' si è dovuti passare a un'azione più radicale. Il posto di lavoro è infatti in pericolo per tutti, sia per chi è dentro sia per chi è fuori, dato che l'azienda multinazionale -com'era prevedibile- non sta portando il lavoro nello stabilimento di Trezzano.

Bisogna faticosamente riportare tutti alla lotta per riottenere le commesse da parte dei committenti, a partire da BMW (che copriva l'85% dell'attività): e quelli più recalcitranti devono essere 'convinti' della necessità di essere uniti.

Bravi i lavoratori e le lavoratrici della Maflow che resistono!

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  • A te, Stefano Mensio, Enzo Ganci, Mariarosa Missaglia e altri 8 piace questo elemento.
    • Massimo Lettieri
      Gigi bellissimo contributo, un analisi fatta da chi ha partecipato assiduamente alla lotta Maflow, ma comunque da esterno, non da dipendente.
      la tua analisi dovrebbe far riflettere quanti lavoratori hanno creduto nella lotta e adesso per delusione (motivata) hanno abbandonato.
      La direzione non ha mai smesso di lottare, pure quando ha preparato le liste aveva in mente il suo percorso di lotta contro i Lavoratori!!

1 commento:

  1. MA COME i lavoratori non erano stati scelti in base a parametri quali anzianita,carichi familiari.paramatri noti e accettati in fase di firma dell'accordo?"forse"gli unici lavoratori che non rispondono in fondo,o meno di altri, a questi parametri li ha proposti non la direzione ma qualcunaltro.

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